La Casa Universale di Giustizia è unica nella storia religiosa. Nessuna Manifestazione di Dio aveva mai prima d’ora esplicitamente ordinato l’istituzione di un ente con il compito di mantenere l’integrità e la flessibilità della sua religione, di salvaguardare l’unità dei suoi seguaci, di guidare le loro attività e di esercitare un benefico influsso sulla vita della società.
In virtù dell’autorità che Bahá’u’lláh le ha conferito, la Casa Universale di Giustizia è il capo di un ordine amministrativo le cui caratteristiche, autorità e modalità di funzionamento sono chiaramente enunciate nelle sacre Scritture . Il lavoro delle istituzioni di quest’ordine amministrativo è caratterizzato da un ethos di amorevole servizio, concentrato sullo sviluppo del potenziale umano e sull’avanzamento della civiltà.
Poteri e doveri
I membri eletti della Casa Universale di Giustizia sono descritti negli Scritti sacri bahá’í come i «Fiduciari di Dio tra i Suoi servi e le albe dell’autorità nei suoi paesi», gli «Uomini di giustizia», i «Rappresentati di Dio», i «Fiduciari del Misericordiosissimo». Essi devono essere «pastori del Suo gregge», che proteggono e preservano l’unità e il benessere dei seguaci di Bahá’u’lláh, e «manifestazioni del timor di Dio e orienti di conoscenza e di saggezza», «saldi nella fede di Dio» e desiderosi del bene di tutta l’umanità.
La Casa Universale di Giustizia ha il compito di occuparsi gli affari del popolo. Deve applicare gli insegnamenti bahá’í per «l’educazione dei popoli, l’edificazione delle nazioni, la protezione dell’uomo e la difesa del suo onore». Deve avere il massimo riguardo per gli interessi del popolo in tutti i tempi e in tutte le condizioni e garantire la protezione e la salvaguardia di uomini, donne e bambini.
Anche la promozione della pace nel mondo è tra le responsabilità della Casa Universale di Giustizia, «così che i popoli della terra siano sollevati dall’onere di spese esorbitanti». I suoi membri devono inoltre «fare il massimo sforzo possibile per salvaguardare la posizione» della religione, «promuoverne gli interessi ed esaltarne lo stadio agli occhi del mondo».
Poiché «il cambiamento è qualità necessaria e attributo essenziale di questo mondo e del tempo dello spazio», Bahá’u’lláh ha conferito ai membri della Casa Universale di Giustizia l’autorità di esaminare le questioni che Egli non ha specificamente trattato nei Suoi scritti e di «far valere ciò che è loro gradito».
«Giacché ogni giorno v’è un nuovo problema e per ciascun problema una risoluzione pertinente», ha scritto Bahá’u’lláh, «questi casi devono essere deferiti alla Casa di Giustizia, affinché i suoi membri agiscano secondo le necessità e i requisiti del momento».
Le sacre Scritture bahá’í garantiscono che la Casa Universale di Giustizia prenda decisioni e stabilisca leggi con «l’ispirazione e la confermazione dello Spirito Santo». Per i bahá’í, «l’obbedienza alle sue decisioni è un sacro ed essenziale dovere nonché un obbligo assoluto».
Origini
L’istituzione della Casa Universale di Giustizia fu ordinata da Bahá’u’lláh nel Suo Libro Più Sacro, il Kitáb-i-Aqdas. Le sue responsabilità sono state esposte anche in molti altri Suoi scritti. ‘Abdu’ l-Bahá ne ha confermato l’autorità nelle Sue Ultime Volontà e Testamento e ha fornito dettagli specifici per quanto riguarda la sua istituzione e il suo funzionamento.
Nei primi anni del XX secolo, in un periodo in cui la Sua vita era in particolare pericolo, ‘Abdu’l-Bahá prese misure per organizzare l’elezione della Casa Universale di Giustizia nel caso qualcosa Gli accadesse. Questa precauzione però non si rivelò necessaria.
Dopo il trapasso di ‘Abdu’l-Bahá, Shoghi Effendi – il Custode della Fede bahá’í – dette grande importanza alla formazione della Casa Universale di Giustizia. Dedicò oltre trent’anni alla preparazione della comunità bahá’í alla sua elezione, prevedendo ripetutamente quella fausta occasione in termini entusiastici. Prima era necessario, però, costruire e rafforzare una rete globale di Assemblee bahá’í locali e nazionali per fornire a questo ente una solida base. Ogni nuova Assemblea Spirituale Nazionale che si formò divenne una delle colonne che contribuirono a «sostenere il peso e ad ampliare le fondamenta della Casa Universale di Giustizia».
Nel 1951, Shoghi Effendi nominò un certo numero di persone in un Consiglio Internazionale Bahá’í, precursore della Casa Universale di Giustizia. Nel 1961, questo Consiglio nominato fu riformato come organo eletto da tutte le Assemblee Nazionali e Regionali esistenti allora nel mondo.
Dopo la improvvisa scomparsa di Shoghi Effendi nel 1957, il suo lavoro fu fedelmente portato avanti dal gruppo di illustri bahá’í che egli aveva nominato Mani della Causa di Dio. Queste persone organizzarono la prima elezione della Casa Universale di Giustizia.
Nell’aprile del 1963 – il centenario della dichiarazione pubblica di Bahá’u’lláh – la Casa Universale di Giustizia fu eletta da tutte le 56 Assemblee Spirituali Nazionali che esistevano allora nel mondo. Con l’elezione della Casa Universale di Giustizia il Consiglio Internazionale Bahá’í cessò di esistere.
La nascita della Casa Universale di Giustizia fu un evento estremamente significativo. Dopo più di un secolo di espansione e consolidamento – e con un processo elettorale democratico e globale – i bahá’ í del mondo portarono all’esistenza l’istituzione internazionale permanente, ordinata da Bahá’u’lláh, per guidare i suoi affari.
Dopo la sua formazione, la Casa Universale di Giustizia ha dedicato più di mezzo secolo a costruire e consolidare una comunità bahá’í che ha le risorse e le capacità per partecipare alla fondazione della civiltà globale prevista da Bahá’u’lláh, mediante un processo di applicazione dei suoi insegnamenti al miglioramento del mondo.
Per sostenerla nel suo lavoro, la Casa Universale di Giustizia ha, inoltre, creato alcune istituzioni nominate, come i Corpi continentali dei Consiglieri e il Centro Internazionale di Insegnamento.
Come stipulato da Bahá’u’lláh, la sede della Casa Universale di Giustizia si trova sul Monte Carmelo in Terra Santa, in prossimità del Mausoleo del Báb.
Il processo elettorale
La Casa Universale di Giustizia è eletta mediante un processo in tre fasi. In ogni comunità bahá’í nazionale, tutti gli adulti bahá’ í in regola, che hanno almeno 21 anni, sono ammessi a partecipare alle elezioni a livello di base – note come convenzioni distrettuali – celebrate ogni anno in tutto il paese. Durante queste convenzioni, i bahá’í votano con scrutinio segreto per un certo numero di delegati che sono a loro volta incaricati di eleggere le nove persone che formeranno l’Assemblea Spirituale Nazionale per la durata di un anno amministrativo. L’Assemblea Spirituale Nazionale viene poi eletta durante la Convenzione nazionale.
I membri di tutte le Assemblee Spirituali Nazionali eleggono, a loro volta, i nove membri che formeranno la Casa Universale di Giustizia. L’elezione della Casa Universale di Giustizia si svolge una volta ogni cinque anni durante la Convenzione internazionale bahá’í. La Convenzione, che dura diversi giorni, si tiene presso il Centro Mondiale della Fede bahá’í a Haifa, in Israele. Durante la Convenzione i membri delle Assemblee Spirituali Nazionali possono visitare i santi Mausolei in preparazione del dovere che sono chiamati a compiere. Nelle loro menti mentre votano affiorano passi delle Scritture bahá’í che descrivono coloro che essi scelgono per servire in quell’augusto organo come «orienti di conoscenza e di saggezza», «saldi nella fede di Dio» e desiderosi del bene di tutta l’umanità. Analogamente alla procedura dell’elezione di tutte le istituzioni bahá’í, l’elezione della Casa Universale di Giustizia è priva di qualsiasi sistema di candidatura, campagna elettorale, promozione di candidati o propaganda elettorale.
I membri della Casa Universale di Giustizia sono solo uomini. Questo fatto può sembrare sorprendente, ma è una disposizione ordinata da Bahá’u’lláh Stesso. ‘Abdu’l-Bahá ha dichiarato che la sua saggezza sarà chiaramente compresa in futuro. Ma dato che le Scritture bahá’í sono piene di inequivocabili dichiarazioni sulla parità fra uomini e donne, il fatto che i membri della Casa Universale di Giustizia siano solo uomini non può in alcun modo essere considerato un segno della superiorità degli uomini sulle donne. ‘Abdu’l-Bahá scrive che l’uguaglianza di uomini e donne è un «fatto dimostrato». La Casa Universale di Giustizia è pienamente impegnata nella promozione di questo principio – nella sua guida delle comunità bahá’í di tutto il mondo; mediante le risorse assegnate allo sviluppo e all’educazione delle donne e delle bambine in particolare; mediante dichiarazioni presentate dalla Bahá’í International Community presso le Nazioni Unite; e mediante la partecipazione dei bahá’í a convegni, seminari e altre manifestazioni.