Evoluzione della struttura amministrativa

Per capire il modello dell’Amministrazione bahá’í è necessario comprendere la consultazione, il principio fondamentale che guida tutte le attività intraprese dalla comunità bahá’í.

Con il temine consultazione, i bahá’í intendono il modo in cui cercano di esaminare la verità nelle loro conversazioni con altre persone. Ogni persona coinvolta nella consultazione la arricchisce con la propria prospettiva e il proprio contributo personale, tanto se la conversazione intende giungere a una decisione, quanto se si propone di esaminare la realtà.

Il contatto e il confronto delle idee fanno emergere una visione più chiara del tema in oggetto e consentono l’unità di visione. Quando si adotti questo tipo di esame collettivo della realtà, la decisione alla quale si arriva o la comprensione della verità esaminata che si consegue non sono un compromesso fra gruppi con interessi divergenti, ma il frutto di uno sforzo collettivo compiuto nell’intento di trovare la soluzione migliore. I membri del gruppo che si consulta non sono animati dal desiderio di controllare o influenzare gli altri. Essi desiderano vedere quale idea possa scaturire dal confronto di prospettive diverse mentre il gruppo cerca di farle confluire verso un’unità di azione.

Via via che i membri del gruppo si consultano in atteggiamento di apprendimento, che traducono in azione i loro risultati e che riflettono su di essi, la loro visione del loro lavoro e le loro strategie si raffinano. Lo sforzo di mettere in pratica i risultati della consultazione gradualmente rimuove gli ostacoli, migliora la capacità di riflessione, consente di imparare dalla pratica. In questo modo la consultazione favorisce la crescita collettiva.

La visione personale si allinea a quella collettiva, la comunità impara a perfezionarsi, tutti i suoi membri hanno l’opportunità di partecipare alle decisioni.

Adottando il metodo della consultazione per prendere le decisioni sulle questioni collettive, la Fede bahá’í non ha bisogno di un clero, ossia persone che per professione si occupino degli affari della comunità e del culto. Queste mansioni sono svolte da persone che sono temporaneamente chiamate a occuparsene come membri delle Istituzioni bahá’í e tutti possono esserlo.

Le Istituzioni bahá’í sono organi eletti senza candidature né propaganda elettorale, delle quali possono entrare a far parte tutti i bahá’í di età superiore ai 21 anni. Esse sono rinnovate regolarmente tramite elezioni che si svolgono in spirito di preghiera. Ogni credente è responsabile di conoscere i membri della propria comunità, partecipando in maniera attiva alle sue attività, in modo da poter riflettere sulle caratteristiche e le qualità delle persone che possano maggiormente contribuire alla crescita della comunità.

Come è successo in altri paesi, le Istituzioni della comunità bahá’í italiana si sono progressivamente sviluppate sotto la guida di Shoghi Effendi e della Casa Universale di Giustizia. I bahá’í si riferiscono spesso all’insieme di queste Istituzioni come all’“Ordine amministrativo”.

L’Ordine amministrativo è nato ai tempi di Bahá’u’lláh ed è stato rafforzato e ampliato durante il ministero di ‘Abdu’l-Bahá e di Shoghi Effendi. La sua crescita è stata graduale e organica, proporzionalmente allo sviluppo della comunità bahá’í e alle sue necessità. Questo processo è paragonabile a quello di “un organismo vivente [che] codifica in sé la capacità di accogliere livelli di complessità sempre maggiori, in termini di strutture e di processi, mentre evolve sotto la guida dalla Casa Universale di Giustizia”.

L’Ordine amministrativo bahá’í è formato da Istituzioni indipendenti che si rafforzano reciprocamente, che espletano funzioni diverse e che garantiscono l’integrità e l’efficacia del sistema. Nonostante queste Istituzioni abbiano caratteristiche comuni con altre forme di amministrazione conosciute, esse non coincidono con nessuna di esse.

 

Le Assemblee Spirituali

In ogni località dove risiedono nove o più credenti, un’Assemblea Spirituale Locale è eletta ogni anno per amministrare gli affari della comunità e guidare il suo sviluppo come un genitore segue la crescita dei suoi figli. Formate da nove credenti, le Assemblee Locali si occupano di organizzare riunioni per la comunità, di organizzare le feste sacre, di sostenere ed incoraggiare i credenti e di salvaguardare il benessere della società.

Lo stesso processo si svolge anche a livello nazionale, tramite una convenzione di delegati eletti in ogni regione dai bahá’í di età superiore ai 21 anni, i quali a loro volta eleggono i nove membri dell’Assemblea Spirituale Nazionale. Ogni cinque anni i membri di tutte le Assemblee Spirituali Nazionali, inclusa l’Assemblea Spirituale Nazionale italiana, si riuniscono ad Haifa, in Israele, per eleggere i nove membri della Casa Universale di Giustizia, l’istituzione che guida la comunità bahá’í mondiale.

Lo sviluppo dell’Ordine amministrativo nella nascente comunità bahá’í italiana fu caratterizzato nei primi anni dalla formazione delle Assemblee Spirituali Locali. Le prime Assemblee Spirituali Locali furono quelle di Roma, fondata nel 1948, e quelle di Firenze e Napoli, formate nel 1951.

Alla fine del 1963 le Assemblee Spirituali Locali erano 11: nel 1957 si formò l’Assemblea a Milano, nel 1958 a Palermo, nel 1959 a Genova, nel 1960 a Torino, Bologna, Perugia e Venezia, nel 1961 a Padova, Bari e Trieste e nel 1963 a Rimini. Questo processo continua, e oggi in Italia esistono circa 55 Assemblee Spirituali Locali.

La creazione di queste Assemblee e lo sviluppo di comunità stabili in queste città portò all’elezione della prima Assemblea Spirituale Regionale Italo-Svizzera, il frutto di un progetto per la formazione di Assemblee Spirituali Nazionali anche nel continente europeo. All’elezione parteciparono i membri delle tre Assemblee presenti allora in Italia e l’Assemblea fu eletta il 25 aprile 1953. Quattro dei suoi membri erano italiani.

Dopo l’elezione dell’Assemblea italo-svizzera e di queste Assemblee Spirituali Locali, l’espansione della Fede e lo sviluppo delle istituzioni locali divennero relativamente veloci.

La formazione di queste Assemblee fu il preludio della creazione delle Assemblee Spirituali Nazionali in Italia e in Svizzera nel 1962, un passo che consenti l’affermazione delle strutture nazionali previste da Bahá’u’lláh.

Da allora, ogni anno i delegati eletti da tutte le comunità bahá’í del paese sono convocati annualmente alla Convenzione nazionale nel mese di aprile, in concomitanza con una delle feste più sacre per i bahá’í, la festa di Ridván. La Convenzione nazionale, che si svolge in spirito di consultazione e cameratismo, permette ai delegati di eleggere senza nomine e candidature, e tramite scrutinio segreto, i nove membri dell’Assemblea Spirituale Nazionale. Nel 1995, a causa della crescita della comunità nazionale e della distanza geografica, la Casa Universale di Giustizia autorizzò l’istituzione di un’ Assemblea indipendente per la Sicilia. Nel 1995 fu quindi eletta l’Assemblea Spirituale dei bahá’í della Sicilia, per facilitare la gestione autonoma di un territorio con una propria identità e dinamicità. Le Istituzioni bahá’í non si sostituiscono a quelle dello Stato e, anzi, i bahá’í e le loro Istituzioni fanno tutto il possibile per sostenerle. Ogni anno, le Assemblee Spirituali Locali e l’Assemblea Spirituale Nazionale comunicano la loro elezione agli organi competenti, questure e prefetture, nell’intento di instaurare un rapporto di collaborazione su una molteplicità di temi.

Nel 1966 un Decreto presidenziale ha riconosciuto l’Assemblea Spirituale Nazionale come ente morale e nel 2013 ha avuto inizio l’iter del riconoscimento dell’Assemblea Spirituale Nazionale come confessione religiosa.

 

La Casa Universale di Giustizia

La Casa Universale di Giustizia sovrintende lo sviluppo di tutte le Assemblee sia locali che nazionali. Essa è un corpo composto di nove membri, eletto ogni cinque anni da tutte le Assemblee Spirituali Nazionali riunite per la Convenzione internazionale bahá’í. Bahá’u’lláh ha assegnato alla Casa Universale della Giustizia il compito di esercitare un’influenza positiva sul benessere dell’umanità, di promuovere l’educazione, la pace e la prosperità mondiale e di salvaguardare l’onore dell'essere umano. Essa è incaricata di applicare gli insegnamenti bahá’í ai requisiti di una società in continua evoluzione e quindi ha il potere di legiferare su questioni non esplicitamente trattate nei Testi sacri della Fede.

Per conoscere meglio questa Istituzione si può visitare l’apposita sezione del sito intitolata La Casa Universale di Giustizia.

 

I Consigli regionali bahá’í

Nel 1997, sotto la guida della Casa Universale di Giustizia, l’Assemblea Spirituale Nazionale italiana ha nominato tre Consigli regionali bahá’í per facilitare e decentrare l’amministrazione della comunità. I Consigli regionali sono un elemento nuovo dell’Amministrazione bahá’í, intermedio tra il livello locale e quello nazionale. I loro territori di competenza sono rispettivamente il Nord, il Centro e il Sud dell’Italia. Nell’attuale fase del loro sviluppo, le loro principali funzioni sono accompagnare le comunità nell’insegnamento e nella crescita, collaborare con altre istituzioni della società e favorire i processi educativi. Nel futuro, il loro ruolo continuerà ad evolvere di pari passo con lo sviluppo della comunità. La formazione dei Consigli regionali è stata possibile in virtù della crescente capacità della comunità bahá’í italiana di cogliere le opportunità per apportare una trasformazione positiva, ispirata dalla visione di Bahá’u’lláh di una società armoniosamente unificata in tutta la sua diversità.

 

L’Istituzione dei Consiglieri

L’Istituzione dei Consiglieri è stata creata dalla Casa Universale di Giustizia nel 1968. I suoi membri non hanno autorità legislativa, esecutiva o giudiziaria. Essi incoraggiano i credenti nel loro servizio alla Fede, promuovono l’iniziativa individuale e favoriscono l’apprendimento all’interno della comunità bahá’í nel suo insieme, oltre ad offrire consigli alle Assemblee Spirituali. L’Istituzione svolge un ruolo fondamentale nella promozione della Fede bahá’í, influenzando la vita della comunità bahá’í, a tutti i livelli.

Ogni cinque anni, la Casa Universale di Giustizia nomina 81 Consiglieri distribuiti in cinque Corpi continentali. Questi Corpi, a loro volta, nominano i membri del Consiglio ausiliario per servire aree geografiche e territori specifici all’interno di ciascun continente e i membri del Consiglio ausiliare nominano degli assistenti. I Consiglieri, insieme ai membri del Consiglio ausiliare e ai loro assistenti, lavorano per stimolare la crescita e la dinamicità della comunità bahá’í, promuovendo lo sviluppo della sua vita spirituale, intellettuale e sociale.

I membri dell’Istituzione dei Consiglieri si occupano di migliorare la capacità della comunità bahá’í di elaborare piani d’azione sistematici, di eseguirli con determinazione e di apprendere dall’esperienza nell’intento di contribuire alla costruzione della civiltà mondiale prevista da Bahá’u’lláh. I membri di questa Istituzione infondono amore e coraggio nei cuori dei bahá’í, rafforzano legami di amicizia e unità, promuovono i principi e le norme etiche sancite negli insegnamenti bahá’í e nobilitano la visione dei membri della comunità affinché possano dedicare le loro energie al benessere dell’umanità.

Il lavoro dei Corpi continentali dei Consiglieri è guidato dal Centro Internazionale di Insegnamento, che ha sede presso il Centro mondiale bahá’í. I nove membri del Centro Internazionale di Insegnamento sono nominati dalla Casa Universale di Giustizia per un periodo di cinque anni, subito dopo la Convenzione internazionale bahá’í. Il Centro Internazionale di Insegnamento funziona essenzialmente come ente corporativo. Esso si tiene informato del progresso della comunità bahá’í in tutte le regioni del mondo e identifica le possibilità di crescita delle comunità, di consolidamento delle istituzioni e di avanzamento degli sforzi collettivi. Nello svolgimento di queste funzioni, presta particolare attenzione allo sviluppo delle risorse umane, aiutando la comunità bahá’í ad aumentare la propria capacità di dotare un numero crescente di persone delle capacità, delle conoscenze e delle competenze necessarie per servire efficacemente l’umanità.