Subito dopo l’esecuzione del Báb, Bahá’u’lláh aveva praticamente assunto la guida della comunità dei seguaci del Báb a Baghdad, riorganizzandone gli affari e rinfrancando lo spirito dei suoi membri. Inoltre era entrato in contatto con gli abitanti della città e con i loro capi religiosi.
Sebbene nel partire da Baghdad avesse dichiarato la Sua missione ai Suoi compagni, solo quando fu in Adrianopoli Bahá’u’lláh incominciò a proclamare di essere la Manifestazione di Dio per questo giorno promessa dal Báb. Inoltre inviò in Iran alcuni emissari per annunciare questa notizia ai seguaci del Báb che erano rimasti. Tranne un piccolo numero, tutti i bábí accettarono Bahá’u’lláh e pertanto essi incominciarono a essere chiamati bahá’í.
Fra i messaggeri da Lui inviati vi fu un devoto seguace di Yazd che si chiamava Ahmad. Nel 1865 Bahá’u’lláh gli indirizzò una possente Lettera, o “Tavola”, nella quale descrive Se Stesso come “l’Usignolo del Paradiso” e “questa risplendente Beltà”, predetta nei santi libri del passato. Oggi, questa Tavola è spesso letta nei momenti di difficoltà ed è sorgente di consolazione per i bahá’í di tutto il mondo.
Le persecuzioni dei bahá’í in Iran
Sin dall’inizio l’emergente comunità bahá’í dell’Iran fu ripetutamente colpita da durissime persecuzioni e repressioni. Fra i più noti bahá’í uccisi in questo periodo c’è un giovane conosciuto come Badi. Nel 1869, a circa 17 anni di età, egli fu uno dei primi bahá’í dell’Iran che raggiunsero la città prigione di ‘Akká ed entrarono alla presenza di Bahá’u’lláh. Bahá’u’lláh gli affidò una lettera per lo Scià, ingiungendogli di ritornare in Persia solo per consegnarla. Dopo che ebbe coraggiosamente presentato il messaggio al Sovrano mentre si trovava in una battuta di caccia, Badi fu torturato e barbaramente ucciso.
Nel 1879 nella città di Isfahan, due fratelli, due mercanti del luogo che godevano di grande stima e rispetto, furono arrestati e decapitati per istigazione del prete che guidava le preghiere del venerdì, il quale doveva loro un’ingente somma di denaro e voleva evitare di saldare il debito. Bahá’u’lláh pianse la perdita dei due fratelli in molti Scritti, chiamandoli il “Re e l’Amato dei Martiri” e “le due Fulgide Luci”.
Quando il confino di Bahá’u’lláh in ‘Akká incominciò a mitigarsi, il numero dei pellegrini che dall’Iran si recavano in Terra Santa aumentò. Al loro ritorno, le loro accresciute attività provocarono un’ulteriore opposizione da parte delle autorità iraniane. Nel 1882 e nel 1883 vari membri della comunità bahá’í di Teheran furono arrestati e condannati a morte. I bahá’í furono spesso arrestati e imprigionati anche in altre grandi città.
L’iniziale diffusione della Fede bahá’í
Negli ultimi anni della Sua vita, Bahá’u’lláh incoraggiò alcuni dei Suoi seguaci ad andare a vivere in altri paesi, come l’Egitto, la Caucasia, il Turkmenistan e l’India, diffondendo così la nuova religione. Mentre l’interesse verso il movimento bábí era rimasto essenzialmente confinato all’interno dell’Islam sciita, verso la fine del ministero di Bahá’u’lláh alle schiere dei Suoi seguaci si unirono anche ebrei, zoroastriani e cristiani.
Nabil-i-A‘zam, autore di un famoso racconto storico del periodo bábí, si recò in Egitto, in Iraq e in Iran per proclamare l’avvento di Bahá’u’lláh. A Cairo, egli fu messo in prigione e qui fece amicizia con un compagno di cella, Faris Effendi, il quale fu probabilmente il primo cristiano ad accettare la Fede di Bahá’u’lláh.
Nel 1875 Baha’u’llah inviò in India un altro provetto insegnante della Sua Fede, Jamal Effendi. Costui aiutò a formare una comunità bahá’í a Bombay, a Calcutta e a Madras. Fra coloro ai quali egli insegnò la Fede bahá’í ci fu un certo Siyyid Mustafa Rumi, che in seguito fondò la comunità bahá’í della Birmania. Successivamente, Jamal Effendi andò a insegnare la Fede bahá’í oltre che in Birmania, anche nell’isola di Java, nel Siam, a Singapore, nel Kashmir, in Tibet, nella Cina nord-occidentale e in Afghanistan.
Durante la Sua vita notizie sulla Fede di Bahá’u’lláh incominciarono a pervenire anche in Occidente. Nel marzo 1889 l’illustre orientalista professor Edward Granville Browne dell’università di Cambridge pronunciò una conferenza sulla genesi della nuova Fede a Newcastle, in Inghilterra. Essa fu poi seguita da analoghi documenti della Reale Società Asiatica di Londra.
Quando Bahá’u’lláh trapassò nel 1892, la Sua Fede si era diffusa in circa quindici paesi.